SIMONA RACCONTA TARTAS

TARTAS (FRANCIA) – Tartas non è solo il nome di un posto umido e piovoso, è stato anche il luogo di una piacevole giornata di endurance. Questo il semplice commento di chi c´era e ha vissuto da protagonista una gara di confronto e di crescita. Questo il semplice commento di chi non vuole basarsi su dati tecnici e discutibili, ma su quello che ha vissuto e visto.
L´endurance è francese, i cavalli sono francesi. Nessun lamento, niente fuori posto, tutto scorreva liscio in quel posto tra i Pirenei e la Guascogna, dove il maltempo e la pioggia che continuava a bagnarci senza pietà non sarebbero bastati a fermare chi con impegno, dedizione, consapevolezza era lì per un unico motivo: correre.
Piacevole per gli occhi guardare gruppi compatti di cavalli che in modo ordinato e costante percorrevano passo dopo passo quei 132 chilometri.
Difficile confrontarsi con cavalli che di chilometri reali ne fanno tanti, dove è maggiore il rischio di farne di più e non di meno, dove l´unità di misura è tarata in modo corretto, dove nessuno cerca vie di fuga o scappatoie. Questi due elementi non sempre risultano scontati, quando ci sono si notano ed è piacevoli riscoprirli, per vivere lo sport in modo pulito e sereno. Ci sono posti in cui l´endurance non si improvvisa, posti in cui ci sono cavaliere professionisti, dove le regole vengono rispettate, ci sono posti in cui questo sport non è solo un´utopia.
E´ triste la consapevolezza di essere abbastanza indietro rispetto ai nostri confinanti, ma anche stimolante per crescere e accorciare le distanze, ammttendo umilmente i propri limiti e lavorando sulle tante cose che mancano. Bilancio positivo per i nostri cavalli italiani alle loro prime esperienze su distanze lunghe, bilancio positivo anche per il lavoro di tutta la squadra, come sempre all´altezza di una assistenza puntuale e precisa. Bilancio positivo anhe per me stessa, è bello scoprire ogni volta, prima, durante e dopo una gara che le emozioni, in ogni luogo, sono sempre le stesse e mi spingono a migliorare come cavaliere e come persona.

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