LALISCIA SCRIVE A PAULGROSS

PERUGIA – Nella giornata di ieri, Gianluca Laliscia ha inviato una lettera al presidente federale Andrea Paulgross, nella quale lo informa di una serie di valutazioni e dati di fatto relativi al mondo dell´endurance italiano. Pubblichiamo alcuni passaggi:

Caro presidente,
cercando di ricoprire con responsabilità, passione e spirito di servizio il ruolo di ambasciatore dell’endurance secondo le finalità e negli obiettivi che tu stesso hai individuato all’atto della nomina, mi corre l’obbligo di portarti a conoscenza di uno stato delle cose che difficilmente porterà la nostra disciplina a quell’affermazione e a quella dignità alle quali noi tutti tendiamo.
Ti scrivo all’indomani della mia partecipazione, a Barcellona, al prestigioso Raid di Santa Susanna, esperienza indimenticabile che ho avuto il piacere di condividere assieme a tanti altri nostri cavalieri: degli 82 binomi partenti, 23 erano italiani; un italiano ha vinto e tre italiani si sono piazzati nei primi 10, a conferma di potenzialità che il nostro endurance è in grado di esprimere. Oltre a questo importante risultato, indubitabile e orgoglioso non fosse altro perché arrivato nella gara più prestigiosa d’Europa, è balzata agli occhi di ognuno – innanzitutto nostri di atleti ma anche e purtroppo di esponenti di spicco di tutte le altre federazioni – la colpevole e clamorosa assenza di qualsivoglia rappresentante dello staff tecnico federale. Latitanza, questa, perdurante e preoccupante, che tutto fa tranne che garantire prospettive e programmazione alla nostra disciplina.
Sia i team strutturati che i privati, quindi, sono in grado di programmare e di vincere. Continuano a lavorare e a centrare risultati importanti, a conferma ulteriore, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in assenza di valutazioni superficiali per non essere smaccatamente discutibili, esistono le premesse per fare bene. (…) Chi ha scelto di vivere l’endurance in maniera professionale, insomma, oltre che a proprie spese è costretto ad andare avanti per la propria strada.
Essendo i WEG 2010 appena dopo l’estate, logica ma anche buon senso avrebbero voluto che fosse stata già varata una programmazione adeguata visto e considerato che il nostro endurance, se adeguatamente conosciuto e affiancato, sarebbe in grado di presentarsi a un appuntamento di quel genere con una squadra in grado di ben figurare. Il termine “programmazione”, però, continua a non far parte del vocabolario di chi a questo compito è stato demandato.
Lo dimostra non solo questa testimonianza che ti scrivo, frutto anche di una serie di pressanti, ricorrenti e perduranti lamentele che raccolgo sia dalla base che da parte dei nostri cavalieri di alto livello. Troppe e tante sono le carenze organizzative con cui l’endurance italiano si trova a fare i conti. A tutt’oggi, infatti, non è stata data ancora alcuna pubblicità al calendario 2010; i comitati organizzatori si trovano in evidente difficoltà nel programmare la propria attività in assenza di una certezza basilare come quella della data della manifestazione che ambirebbero a mettere in piedi. (…)
Mi corre anche l’obbligo – dal momento che anche da parte di più di un comitato regionale mi giunge più di un segnale in questo senso – di metterti al corrente di quanto team, atleti e comitati organizzatori sollecitino la necessità di poter contare su un’organizzazione federale più attuale e funzionale (…).
A tutt’oggi, a conferma di un’attenzione per lo meno discutibile a ciò che accade nella nostra disciplina, nessun esponente federale ha avuto la bontà di contattare e complimentarsi con il team Origgi che con un proprio binomio ha vinto il Raid di Santa Susanna dando prova di grande potenzialità e ottima organizzazione. Non è possibile!
Ringraziandoti per l’attenzione e rinnovandoti la mia disponibilità all’impegno a tutti i livelli per lo sviluppo e l’affermazione del nostro sport, colgo l’occasione per salutarti cordialmente e porgerti i miei più cari auguri di Buon Natale e felice Anno nuovo.

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