LALISCIA SULLA GAZZETTA DELLO SPORT

PERUGIA – All´indomani della notizia dell´autosospensione di Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum in seguito alla positività al doping di un suo cavallo – accertata attraverso controlli interni alle scuderie – notizia clamorosa quanto potenzialmente destinata a fare scuola sul piano dell´etica sportiva, la Gazzetta dello Sport è tornata sull´argomento attraverso un´intervista a Gianluca Laliscia. Il responsabile dell´Umbria Endurance Equestrian Team, appartenente al ristretto novero dei 20 allenatori che, sparsi in varie nazioni del mondo, preparano gli oltre 1.500 cavalli di Sheikh Mohammed, ha portato una testimonianza quanto mai illuminante su come viene concepita la collaborazione con il grande mecenate dell´endurance mondiale. “Tutti noi che alleniamo cavalli di Sheikh Mohammed – ha detto Laliscia A Nicola Melillo – siamo tenuti ad accettare i suoi controlli antidoping che avvengono senza preavviso”.La tutela della salute del cavallo viene insomma prima del lavoro teso a migliorarne le prestazioni in gara. A meno che, come ha spiegato Gianluca, ci sia stato qualcuno che non abbia rispettato le regole: “Sheikh Mohammed ha 15 scuderie in varie parti del mondo e i suoi cavalli vengono seguiti da 20 allenatori, che proprio di recente sono stati ´riselezionati´. E´ possibile che qualcuno abbia voluto strafare per mettersi in luce, ma è in atto un´indagine interna per individuare il colpevole. Resta il fatto che Sheikh Mohammed ha già detto che è sua intenzione assumersi la responsabilità”.

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